Casa sempre in ordine? È facile, con un po' di fatica e qualche piccolo trucchetto!

a cura di Silvia Cattaneo alias InsolitamenteMamma

Quando, alla vista della casa, le persone mi chiedono “ma come fai ad avere tutto così ordinato?”, non vi nego che la risposta che mi viene fuori è: semplice, metto a posto!

Che alla fin fine è la verità.

Nella vecchia casa lo spazio assai limitato mi costringeva ad avere sempre qualcosa che campeggiava in mezzo alle balle perché non sapevo dove metterlo, mancava proprio fisicamente lo spazio dove collocare determinati oggetti, quindi era quasi d’obbligo che mi impegnassi a tenere sempre tutto in ordine affinchè non sembrasse di vivere in un magazzino.

Dopo sette anni questa fissa per l’ordine mi è rimasta e me la sono portata dietro nella nuova casa dove invece, grazie al cielo, di spazio ce n’è in abbondanza ed è quindi più facile tenere sempre ogni cosa al proprio posto.

È anche vero, però, che ci metto del mio e che basta davvero poco, con qualche piccolo sforzo, per riuscire a mantenere in ordine tutta la casa senza mai sconfinare nel caos.

Qualche esempio?

La mattina, mentre Niccolò fa colazione e guarda qualche minuto di cartoni animati, rinfresco le camere spalancando le finestre e rifaccio i letti, piegando sotto le federe i pigiami e rimettendo nelle ceste eventuali giochi che il Nic ha sparpagliato in giro: banalmente, in questo modo, le camere restano esteticamente ordinate dedicandomici per soli dieci minuti al giorno.

La cucina è un altro ambiente che mi vede intransigente: la mattina, prima di uscire, svuoto la lavastoviglie in modo tale da poterci riporre le tazze della colazione e non doverle lasciare nel lavello. Dopo pranzo e dopo cena sparecchiare, caricare la lavastoviglie e dare una veloce pulita è tassativo. In compenso, trovare la cucina sempre pulita e ordinata in qualsiasi momento vi si entri, è assai soddisfacente.

Quando ci sono dei panni da stendere, se sono pochi lascio lo stendino in bagno affinchè non m’infastidisca la sua presenza visiva in giro per casa, altrimenti lo metto in soggiorno vicino alla finestra più luminosa e nel punto più areato affinchè i panni si asciughino in fretta e lo stendino se ne torni da dove è venuto in meno di 24 ore. Postilla: no, non stendo mai all’aperto nemmeno in estate perché mi sembra che i panni prendano un brutto odore stando all’aperto e perché ho la fissa dei volatili (se si posasse un merlo o un piccione sullo stendino darei fuoco a tutto quanto senza pensarci due volte).

In soggiorno ci sono tre elementi di disturbo che minano quotidianamente l’ordine: la scrivania, il tavolo da pranzo, la zona salotto.

Per quanto riguarda la scrivania, ho fortemente desiderato con ogni fibra del mio corpo quella costruita dal mio papà parecchi anni fa tanto per una questione affettiva quanto per una ragione pratica. Li vedete tutti quei cassetti?! Mica sono scema, lì dentro ci ho organizzato tutto il lavoro sia mio che di Gianluca suddiviso per argomenti e, mossa astuta, ho tenuto libero il cassetto in alto a sinistra dove poterci infilare dentro, al termine di ogni giornata lavorativa, tutto quanto rimasto in sospeso o eventuali appunti sparpagliati qua e là, insieme all’agenda e ai documenti da archiviare.

Il tavolo da pranzo è quello su cui sbraito maggiormente perché ci transita di tutto: i pacchi che ricevo io in abbondanza, le giacche che i miei uomini ci sbattono sopra ad ogni rientro, la posta, le chiavi, le borse, i giochi che il Nic ogni mattina pretende di portare all’asilo… di tutto! Bastano cinque minuti, due urla, qualche minaccia e tutto magicamente trova collocazione al proprio posto: le chiavi nel contenitore all’ingresso, le giacche e le borse nel guardaroba, i giochi nelle ceste, la posta nel cassetto della scrivania, i pacchi nell’armadio in attesa di essere aperti.

La zona salotto è la principale area di migrazione dei giocattoli di Niccolò, che si riversano sul tappeto come un fiume in piena: spetta dunque a lui, con non pochi inviti più o meno perentori, riordinare tutto.

Diciamo che fino a qui va tutto bene, mentre è nei bagni che regna l’anarchia più assoluta e io, ormai rassegnata, per metterci una pezza senza logorarmi l’anima a furia d’incazzarmi senza che nulla cambiasse, mi ci sono fatta l’abitudine e ogni giorno agisco in due step da tre minuti ciascuno:

  • La mattina abbasso la tavoletta del water, restituisco forma e dignità al tubetto del dentifricio e lo chiudo, restituisco forma e dignità all’asciugamani, restituisco forma e dignità al flacone del docciaschiuma e lo chiudo.
  • La sera abbasso la tavoletta del water, restituisco forma e dignità al tubetto del dentifricio e lo chiudo, restituisco forma e dignità all’asciugamani, restituisco forma e dignità al flacone del docciaschiuma e lo chiudo.

Questo vale per il bagno di servizio al pianterreno, ovvero quello principale, mentre nel bagno al piano superiore Gianluca ha l’obbligo morale di riordinare ed asciugare dopo essersi fatto il bagno o averlo fatto a Niccolò e, almeno in questa circostanza, tutto accade senza difficoltà (presumo più per compassione dato che io in quella vasca non ci entro da mesi).

Sommandole, tutte queste piccole azioni (banali nel loro piccolo ma efficaci nel loro insieme allo scopo di avere una casa sempre in ordine), mi occupano meno di un’ora al giorno e non pesano in alcun modo sul tempo libero da trascorrere in famiglia.

Anzi, mi consentono anche di coltivare la mia passione per la lettura, alla quale mi dedico la sera dopo che Niccolò si è addormentato.

Dalle 21,30 ognuno è serenamente libero di rilassarsi a modo suo e la casa, silenziosa e ordinata, è pronta ad accoglierci al nostro risveglio la mattina successiva.

Con il sorriso, ovviamente!

 

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